Intervista a Nevio D’Arpa, BTM

Nell’ambito del progetto PugliaCompetenze, abbiamo intervistato Nevio D’Arpa, Fondatore di BTM ( BusinessTourism Management), come attività di analisi delle competenze per innovare il settore del turismo.

Com’è nata l’idea di questo evento? E come ha coinvolto gli stakeholder a livello nazionale e internazionale?

BTM nasce da un progetto chiamato “365 giorni nel Salento”, che ha visto la luce nei primi anni duemila. Dal momento che non era presente sul territorio un prodotto che raccontasse e informasse i turisti nel Salento riguardo strutture ricettive, ristorazione ed eventi, si è cominciato a dare una forma e una programmazione a tutto questo, infatti nascevano i primi info point nel Castello Carlo V a Lecce. All’epoca, l’unica tipologia di promozione turistica era APT Puglia, l’Agenzia di Promozione Turistica, e noi avevamo già realizzato un piccolo catalogo cartaceo che veniva fornito ai primi visitatori.

Il progetto è andato avanti per qualche anno, e io, che nel frattempo lavoravo per una società di comunicazione, me ne sono occupato da freelance. Poi, nel 2009 decisi di aprire la mia società e concentrarmi su questo progetto che mi piaceva e che, allo stesso tempo, trovavo molto interessante. Da questa iniziativa nacque un sito e, nel 2010, L’APT Puglia si trasforma in Pugliapromozione.

Al mio progetto di promozione del territorio, viene abbinata una rivista cartacea, Salento Review, diretta da Mariella Tamborrino, con omonimo blog annesso e un prodotto che ancora oggi è ancora molto apprezzato: “Occhio alle Spiagge”, ovvero un sistema di streaming in diretta dalle spiagge più belle del Salento che permette agli utenti di conoscere in tempo reale le condizioni meteo marine e di scegliere tra Ionio o sull’Adriatico a seconda delle stesse.

Comincio, quindi, a far conoscere questo prodotto in tutta Italia e in tutta Europa, a presentarlo nelle fiere di settore come ITB a Berlino, al Mitt a Mosca, al World Travel Market a Londra, etc. 

Finché poi nel 2014, dopo vari anni di promozione con buoni risultati e i Tour Operator che usavano i medesimi strumenti per promuovere il territorio, mi sono chiesto: perché continuare ad andare in questi posti dopo tutti questi anni e non invitare loro nel Salento?

Nasce così la prima edizione di BTM, strutturata originariamente in una sola giornata e con la presenza di numerosi operatori.

Non voleva essere però una fiera, ma un evento articolato in formazione e focus su diversi contenuti. Abbiamo sempre puntato su questo per differenziarla dalle altre fiere e infatti, edizione dopo edizione, abbiamo sempre aggiunto vari tasselli.

Le prime location ad ospitare BTM sono i contenitori storici della città: il Castello Carlo V per la prima edizione; l’ex Convento dei Teatini per la seconda e si passa da una a due giornate, con la presenza anche di buyer. Per la terza edizione, strutturata su tre giornate, siamo tornati al Castello Carlo V e questo format di durata è rimasto invariato fino ad oggi.

Con il passare delle edizioni, l’evento ha assunto una dimensione tale da non poter più essere svolto in questi contenitori storici, considerando anche l’aggiunta di nuove sezioni, come quella del turismo enogastronomico BTM Gusto, la sezione del BTM Wedding Tourism e la sezione per la formazione e lavoro con il coinvolgimento di istituti a indirizzo alberghiero e turismo, ITS BTM4JOB.

Con questa crescita, già nel 2020 abbiamo pianificato l’evento nel Quartiere Fieristico di Lecce, in uno spazio che potesse racchiudere il tutto , ottenendo un grande successo, con il problema però, dello scoppio della pandemia subito dopo.

Come avete gestito questa problematica della pandemia?

È stato l’ultimo evento turistico in Europa nel 2020, perché BTM terminava il 22 febbraio. Ricordiamo il famoso treno diretto da Lecce a Milano fermato per i primi casi di Covid-19, lo stesso su cui erano presenti alcuni dei miei ospiti che facevano ritorno dall’evento.

Da quel momento siamo stati obbligati a rimanere fermi per molto tempo, fino a luglio 2021, quando hanno dato nuovamente il via agli eventi fieristici.

Noi in quell’anno abbiamo provato ad organizzarlo, spostando anche numerose volte le date di realizzazione, fino a quando abbiamo ricevuto la notizia che non era più possibile svolgerlo in presenza. Quindi ci siamo mossi organizzandolo in maniera ibrida nella biblioteca “Acclavio” di Taranto nelle modalità consentite: pochi ospiti in presenza e i restanti online.

Nel frattempo era già nato il Comitato Scientifico, che ha aggiunto ulteriore valore al progetto, rappresentato da professionisti apprezzati a livello nazionale e internazionale attualmente composto da:

  • Rodolfo Baggio della Bocconi per il topic Big Data & Digital Strategies,
  • Giulia Eremita per il topic Digital Tourism,
  • Beppe Giaccardi per il topic Green & Blue Destination,
  • Valentina Boschetto Doorly per il topic Futurist Tourism,
  • Edoardo Colombo per il topic Innovation & Trends e
  • Martha Friel per il topic Cultura & Turismo.

Abbiamo creato un’ottima squadra guidata dalla nostra Event Manager, Mary Rossi, che si occupa della scelta dei temi da approfondire insieme al Comitato Scientifico, spesso anche con l’ausilio di ospiti rilevanti sul panorama nazionale e internazionale invitati a partecipare alla kermesse.

BTM ha suscitato l’attenzione anche della politica nazionale con diversi patrocini, a partire da quello del Ministero del Turismo ed ENIT; quello del Ministero delle Politiche Agricole per la sezione dedicata al turismo enogastronomico; quello dei Beni Culturali per il topic Cultura, quello del Lavoro per BTM4Job oltre, naturalmente, al patrocinio della Regione Puglia.

Mi sono impegnato da sempre per creare una rete virtuosa tra operatori, professionisti, aziende, associazioni di categoria ed Enti pubblici. Un grande ringraziamento va all’Assessore al Turismo della Regione Puglia, Gianfranco Lopane, che quest’anno ha creduto nel progetto e questa fiducia ha creato le condizioni per lo svolgimento in contemporanea e in sinergia dei due eventi BUYPUGLIA e BTM in un unico luogo.

Da cosa ha capito che questo poteva essere un progetto rilevante? Cos’è che le ha dato la spinta per intraprendere questo percorso?

In questi anni la Puglia è diventata una destinazione molto ambita, con la conseguente crescita degli operatori che hanno voluto fare rete;

infatti con gli albergatori, le strutture e le aziende che mi hanno seguito nei vari processi, abbiamo stabilito un rapporto di fiducia tale da alimentare la propensione a cimentarmi in determinate attività.

È stato difficile passare da dipendente a imprenditore?

Questo per me è stato un sogno, tutti i progetti e i sogni che si realizzano nascono per la passione, quindi se dietro c’è questo elemento e in contemporanea si vedono delle grandi possibilità di sviluppo, allora è bene farsi avanti.

È successo proprio questo, ho visto la possibilità di crescere, c’era una forte voglia da parte mia ma anche dal territorio. Infatti numerosi imprenditori e aziende erano coinvolti dalle mie idee e da ciò che io volevo esprimere sia in Italia che nel mondo.

Ad oggi abbiamo un bellissimo portafoglio di buyer che abbiamo creato portando i buyer da noi, ospitandoli, facendogli fare “fam trip”, “educational”, facendo gli conoscere il territorio, mostrando le varie strutture d’eccellenza.

Logicamente per loro tutto questo è un business e negli anni questo processo si è amplificato; ci ha permesso di qualificare altre attività oltre il semplice b2b, differenziando i vari tipi di buyer a seconda del settore, dato che il mondo del turismo è molto ampio e pieno di piccoli segmenti.

Proprio uno di questi segmenti su cui abbiamo puntato e stiamo puntando è la sostenibilità, il cambiamento climatico e la cura del territorio, elementi fondamentali che ci hanno anche portato nel 2020 al riconoscimento da parte delle Nazioni Unite, entrando così nell’Agenda 2020/2030 Turism4SDG per la Sostenibilità.

Attualmente solo 4 eventi in Italia possono essere pregiati da questo riconoscimento e noi ne siamo fieri.

Quali sono le nuove figure professionali che si stanno sviluppando? Il sistema scolastico e formativo è pronto per l’evoluzione?

Ci stiamo catapultando nel mondo del digitale e del metaverso, un mondo molto gettonato soprattutto dai ragazzi, infatti molti di loro stanno intraprendendo percorsi di questo tipo perché al giorno d’oggi la digitalizzazione e l’innovazione sono fondamentali.

L’attenzione spesso è rivolta a figure come i Social Media Manager o i Travel Blogger, questi ultimi riescono a raccontare le esperienze in modo accurato e trasmetterle alle persone con il fine di promuovere i territori.

Un’altra figura che è emersa è il Travel Organizer: se prima le persone tendevano ad organizzare i viaggi da soli, ora ci si avvale spesso di questa figura professionale che crea viaggi su misura con dei percorsi ad hoc in base alle esigenze dei viaggiatori.

Il Destination Manager invece promuove un territorio e lo vende come destinazione. Queste figure sono anche promotori del turismo sostenibile, con particolare attenzione all’ambiente, alle strutture e alle esperienze.

Una figura molto richiesta dai siti turistici è il Revenue Manager, che si occupa di disintermediare e adattare le richieste, i prezzi, e le tariffe delle strutture in base al cliente.

Inoltre, con lo sviluppo del metaverso ci sarà una versione immersiva di internet e, nei prossimi anni, si potranno visitare i luoghi tramite i siti immersivi nel metaverso, con la conseguente nascita di nuove figure legate anche a questo ramo.

Queste sono le nuove figure e i “trend topics” che abbiamo portato anche a BTM con la previsione di un’ulteriore evoluzione di queste professioni, almeno per quanto riguarda l’andamento 2023-2024; infatti, il tema di BTM 2023 è stato “Big Wave”, quest’onda che secondo noi deve essere cavalcata, altrimenti potresti esserne anche travolto.

Le figure classiche del turismo sono cambiate o sono rimaste le stesse?

Le figure come il Tour Operator, il Promotore e l’Agenzia di Viaggi, alla base sono rimaste le stesse, cambia però la gestione, soprattutto nelle strutture.

Ormai c’è la filiera integrata del turismo: il mondo del lavoro è cambiato, mentre prima era presente più personale assunto per servire gli ospiti, ora ci si rivolge ad aziende esterne di outsourcing che forniscono i servizi.

Cosa dovrebbe fare l’operatore pubblico per sostenere il settore, raccogliere i fabbisogni e creare delle figure professionali che possano essere inserite nel settore?

Si va verso la strada della formazione professionale.

Sono stati stanziati diversi miliardi di euro per questo settore, attraverso enti di formazione, gli ITS, istituti alberghieri e turistici, spesso però, le regioni non riescono a spendere tutti i fondi.

L’operatore pubblico, come è già successo, deve creare sinergia con i privati per portare alla realizzazione delle varie attività in tempi brevi e semplificando i processi, perché purtroppo la burocrazia richiede lunghe tempistiche che portano poi alla non realizzazione progetti;

La sinergia serve proprio a questo, rendere più semplice la concretizzazione e il supporto per i progetti validi presentati dai privati che mirano a far crescere il territorio, ovviamente sempre seguendo le linee guida tracciate dalla Regione o dello Stato.

In Italia ci sono moltissimi progetti e startup, noi ne abbiamo lanciate molte in questi anni con BTM, e sono progetti veramente validi. Alcuni vanno a compimento e diventano delle grandi aziende e si affermano a livello nazionale e internazionale altre, invece, per sfortuna e non per demerito, non riescono ad emergere.

Con le scuole cosa fate durante BTM?

C’è una sezione che si chiama BTM4JOB nata in collaborazione con l’Assessorato alla Formazione e al Lavoro della Regione Puglia e gli ITS con ANPAL, che si svolge con un format chiamato BTM Interazione, dove noi andiamo nei vari territori a svolgere degli incontri formativi.

I prossimi appuntamenti saranno il 21 aprile a Brindisi e l’8 e il 9 maggio a Monte Sant’Angelo (FG), durante i quali saranno presenti sui territori tre “panel”, di cui uno dedicato al lavoro e alla formazione.

Cerchiamo quindi di far capire quale sia la strada da seguire grazie anche all’aiuto dei professionisti e delle aziende che vengono direttamente a incontrare i ragazzi, in modo che loro abbiano la possibilità di orientarsi concretamente e di essere eventualmente assunti, andando ad agire sulla problematica della mancanza di figure professionali sul fronte lavorativo.

Potrebbe essere interessante organizzare degli incontri con gli operatori e aziende per intercettare i fabbisogni formativi e sfruttarli per tradurli in attività di formazione?

Noi facciamo già questi incontri b2b tra le aziende e i ragazzi che escono dagli istituti professionali, non solo in BTM, ma durante tutto l’anno organizziamo anche i “Job Day” in diversi comuni pugliesi.

E per quanto riguarda le istituzioni?

C’è il coinvolgimento dell’Assessorato regionale alla Formazione per un progetto importante relativo alla costruzione di un portale che indica il fabbisogno di personale, non solo per il turismo, infatti sarà poi ampliato per far riferimento anche ad altri segmenti.

Siamo partiti come BTM4JOB, poi abbiamo avuto il riscontro dall’Assessorato allla Formazione e Lavoro che è stato molto contento del progetto presentato e, come abbiamo fatto per BTM e BUYPUGLIA, anche per BTM4JOB ci sarà questa sinergia tra pubblico e privato; in questo ambito ci sono molti strumenti come la formazione continua e, data l’evoluzione del settore, nasce contemporaneamente la necessità di formare il personale già presente in azienda per tenerlo aggiornato.

Cosa farete in futuro?

Siamo una piccola realtà che sta crescendo, abbiamo delle buone idee, abbiamo costruito una rete di aziende, professionisti e operatori. Collaboriamo stabilmente con l’Agenzia Regionale Pugliapromozione e anche con il Teatro Pubblico Pugliese per la parte culturale.

Quindi credo che la strada sia questa e l’input l’abbiamo dato, ma siamo consapevoli che c’è ancora tantissimo lavoro da fare.

Questa è la strada.

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Intervista a Annalisa Bellino, Dirigente della Sezione per l’Attuazione delle Politiche di Genere della Regione Puglia

Nell’ambito delle attività del Progetto Puglia Competenze, finanziato dalla Regione Puglia e finalizzato ad animare e promuovere il dialogo sulle competenze tra enti di formazione, aziende e attori del territorio, abbiamo intervistato la Dott.ssa Annalisa Bellino, Dirigente della Sezione per l’attuazione delle Politiche di Genere all’interno della Segreteria Generale della Presidenza della Regione Puglia.

Come descriverebbe l’attuale situazione della Regione Puglia rispetto al tema della parità di genere?

La Regione Puglia ha l’obiettivo di puntare sulla parità di genere proprio come sancito nel programma di Governo: il tutto è frutto di un lungo percorso già iniziato nel 2007 con la legge per le pari opportunità, che ha aperto il tema e ha introdotto nuovi organi e figure come i Comitati parità, Commissione parità e Consigliera parità. A mio parere, questa legge sarebbe da rivedere dal punto di vista normativo, in conseguenza all’evoluzione e ai cambiamenti avvenuti nel corso del tempo di concetti relativi a sesso e genere. Seguendo gli esempi delle strategie già avviate a livello europeo e nazionale in materia, a settembre 2021 è stata stilata l’“Agenda di Genere – Strategia Regionale per la Parità di Genere in Puglia”, elaborata e implementata ancor prima dell’istituzione della Sezione dedicata al tema della parità di genere. Questa strategia innovativa non è riservata solamente al settore Welfare della Regione Puglia, ma va ad affrontare il tema della parità di genere in modo trasversale, puntando al coinvolgimento soprattutto dei Dipartimenti che non sono istintivamente a vocazione gender-sensitive.

A seguito del lancio della Strategia Regionale, è emersa la necessità di un’azione di coordinamento con un focus prioritario dettato dal Governo regionale riguardo la parità di genere che potesse riunire tutti i dipartimenti. Per rendere operativa questa struttura di coordinamento e per sottolineare la trasversalità della parità di genere, la Sezione per l’attuazione delle Politiche di Genere è stata volutamente incardinata direttamente alle dipendenze della Segreteria Generale della Presidenza.

Quanto è stato difficile avviare un’azione di cambiamento di questo tipo? Vengono raccolti dati disaggregati per genere che permettano di costruire un quadro completo sull’andamento nei vari settori?

È stato difficile come lo sono tutti i cambiamenti che impongono una trasformazione culturale, oltre che amministrativa, e continua ad essere difficile perché la sezione si è scontrata contro una carenza di dati disaggregati per genere.

La Regione Puglia ha sviluppato un index regionale elaborato dall’ufficio statistica sulla falsariga dell’index europeo per l’equità di genere elaborato da EIGE. Il problema è che l’index regionale presuppone una raccolta di dati disaggregati per genere da parte dei vari dipartimenti, che in passato non è stata fatta in modo sistematico.

Rispetto al bilancio sociale di genere del 2018 pubblicato prima dell’istituzione della sezione per l’attuazione delle Politiche di Genere, nella prima edizione del bilancio elaborato dalla Sezione si è fatto uno sforzo maggiore, considerando quali sono i gap da cui partire e quali sono le azioni della Regione che vanno ad agire sui gap e sulle disparità. Dall’acquisizione di dati disaggregati per genere relativi a determinati corsi, come ad esempio quelli di taglio tecnologico, si è evidenziato che la presenza del genere femminile è completamente assente. Questo è un trend che, a lungo termine, va a impattare sulle condizioni salariali generali: si pensi a come in Italia è fortemente incisiva la presenza delle donne nei settori quali istruzione e sanità con mansioni di basso profilo che sono comunque meno retribuite.

Inoltre, non si parla solo di gap di genere uomo-donna ma anche di quello tra donne, date le poche che riescono arrivare a livelli alti di carriera rispetto alle tante che, pur avendo un livello di istruzione maggiore dell’uomo, non riescono a trovare una collocazione lavorativa, tale da generare il fenomeno auspicabile dell’empowerment femminile.

I dati vengono raccolti sia per le scuole superiori che per la formazione continua?

Si, la cosa difficile però, è avere dei dati disaggregati per genere intersezionali riguardanti le varie diversità, come ad esempio quelli relativi alle persone disabili o persone con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).

C’è una maturità da costruire sull’importanza della raccolta dei dati disaggregati per genere, mancanza che è esplicita nel bilancio sociale, che risente fortemente di queste carenze.

Al fine della progettualità della Sezione e delle attività che coordino, questo comporta l’avere dei target molto precisi; quindi, non solamente una raccolta di dati percentuali di formati o occupati, ma di formati e formate, occupati e occupate.

In termini di occupazione, relativamente allo stesso livello di formazione, avete notato un evidente divario di genere tra gli studenti formati?

Il gap di genere relativo al tasso di occupazione uomo/donna in Puglia è di 30 punti percentuali ed è un dato nettamente superiore alla media italiana, che si aggira intorno a 20 punti percentuali. Anche per quanto riguarda l’abbandono scolastico abbiamo dei numeri consistenti e credo che il fenomeno dei “neet” vada prevenuto già all’interno dei percorsi di scuola dell’obbligo.

Rispetto alla parità di genere, quale motore di cambiamento è stato innescato in termini di competenze e lavoro e quali sono state le conseguenze maggiori causate dalla pandemia?

Le competenze che permettono di affrontare al meglio il tema siano quelle di natura socioeconomica a quelle di natura giuridica e psicologica, perché il tema della parità di genere non è esclusivamente sociologico o discriminatorio, ma anche e soprattutto un problema economico. Durante il ciclo lavorativo di vita, la donna risente di pesi diversi rispetto all’uomo: l’ultimo aggiornamento EIGE fa riferimento ad uno squilibrio del tempo di cura e dei lavori domestici sempre a carico della donna, che si è accentuata durante la pandemia con l’introduzione del “lavoro agile”.

Il carico di cure e di assistenza è triplo sulla donna rispetto all’uomo. Gli ultimi dati statistici riportano che, ad esempio, riguardo l’assistenza agli anziani, la donna tende a gestire in maniera personale la questione, mentre l’uomo per il 66% dichiara di chiedere aiuto dall’esterno; la donna è portata così ad occupare personalmente il suo tempo per un discorso di stereotipia o di imprinting, precludendo la possibilità di dedicare del tempo alla formazione non formale e alla partecipazione di attività culturali.

È importante capire e essere consapevoli su quanto il peso delle attività di cura vada ad impattare sulla qualità della vita: quando si parla di indicatori ISTAT di benessere eco sostenibile, la percezione di una vita sana e serena da parte delle donne è molto negativa rispetto agli uomini.

Dal punto di vista della gestione e dell’organizzazione dettato dal cambiamento culturale in chiave di leadership inclusiva, viene valutato lo stato delle aziende pugliesi o il focus delle attività è stato concentrato sulla parte pubblica?

Stiamo valutando lo stato e la maturità delle aziende sul tema: recentemente è stata lanciata un’azione economica di sviluppo per incentivare le startup innovative al femminile e per quanto riguarda le nuove norme, la Sezione sta delineando un progetto di azione informativa e di accompagnamento al conseguimento della Certificazione per la parità di genere, che però ha carattere volontario, e sul rapporto biennale sulle Pari Opportunità, che è diventato obbligatorio con il L. 162/2021.

La certificazione è stata introdotta attraverso la Prassi di Riferimento UniPdR:125 del 2022 come uno strumento che può comportare uno sgravio fiscale contributivo fino a 50.000 euro oppure uno strumento di partecipazione ai bandi del PNRR: viene percepita come una condizione di premialità piuttosto che di obbligo.

Per lo stato delle aziende italiane, soprattutto in Puglia dove ci sono per lo più piccole e medie imprese, è molto difficile affrontare un percorso di certificazione soprattutto per via dell’impegno che comporta una Certificazione. Noi abbiamo molte imprese artigiane e altre a livello embrionale, quindi un’azione valida da compiere sarebbe quella di sensibilizzare e di informare dicendo che si possono avere anche dei vantaggi sull’azienda in termini di crescita e sviluppo.

Quindi tra le attività imminenti, la sezione sta lavorando a un’azione che accompagni alla certificazione o che migliori la cultura riguardo questo argomento?

È sicuramente un’azione di promozione, la stiamo studiando con il Dipartimento per lo sviluppo economico con dati precisi, come la catalogazione di imprese con numeri di addetti donne, rappresentanze legali femminili, in modo da scendere in campo con dei percorsi mirati. Sarebbe auspicabile che in futuro ci fossero più società abilitate come enti di certificazione presenti sul nostro territorio.

In merito alla parte della formazione e istruzione, su cosa si dovrebbe puntare? È importante un passaggio culturale con gli enti di formazione in modo da riuscire a veicolare in tutti i percorsi questo genere di messaggio?

Si, assolutamente. Ritengo sia un passaggio importante proprio perché gli enti di formazione possano recepire un bisogno e poterlo calare in percorsi formativi che possano contenere una sensibilità di genere.

Lo studio dovrebbe essere quello di dover capire in quali professioni e all’interno dei settori è presente una segregazione orizzontale di genere e in che modo si potrebbe contrastare il divario di genere tra i lavoratori e lavoratrici dei vari settori. La sezione sta avviando degli studi mirati rispetto alla settorializzazione e alla distribuzione per genere della popolazione occupata.

Cosa è previsto in agenda da qui al prossimo anno?

In agenda è previsto un bando per le scuole sulle materie STEM, che consiste nell’istituzione di 16 poli didattici, con percorsi che partono sin dalla scuola primaria con attività di sensibilizzazione. Questa azione sarà svolta principalmente dalla nostra Sezione in prima persona.

Tra gli altri obiettivi da raggiungere, ci sono quelli di sensibilizzare gli enti comunali e di intraprendere percorsi di promozione per le imprese sul tema della Certificazione Parità.

Oltre a questo, la Sezione struttura altre misure di sistema, come ad esempio la valutazione di impatto di genere degli atti amministrativi interni, che comporta l’analisi dell’atto e una sua riscrittura in termini di misure che possano contrastare i gap.

Come sono le relazioni con i diversi assessorati?

Le relazioni con gli altri assessorati sono state sempre proficue data la consapevolezza dell’importanza del tema da parte dei colleghi. Dal punto di vista politico, il fatto stesso che l’argomento sia stato inserito nel Programma di Governo è indice della consapevolezza dell’importanza di questo tema.

In che modo l’assessorato alla formazione potrebbe agire in maniera innovativa per iniziare un processo di cambiamento?

Io personalmente partirei dal mercato del lavoro e dalla sua evoluzione. un’altra azione proficua sarebbe quella di partire dal basso nel mondo dell’istruzione, per poi andare a cogliere delle specificità all’interno del formativo.

Quanto potrebbe essere importante l’innesto di una testimonianza aziendale in tutti i gradi d’istruzione?

È fondamentale: la testimonianza e la narrazione di chi è riuscito a farsi carico e ad andare oltre ad una concezione stereotipata può rappresentare un driver importante nell’animo delle persone.

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Pubblicata la Determinazione di attuazione del PON “Iniziativa Occupazione Giovani”

Con la Determinazione del dirigente della Sezione Formazione sono state definite le disposizioni attuative relative alla Misura 2-A “Formazione mirata all’inserimento lavorativo” prevista nel Piano regionale per l’attuazione della Garanzia Giovani II fase[1] e approvate le specifiche metodologiche sulla complementarietà tra i corsi[2].

Pertanto, viene attuata la seguente proposta:

-dare attuazione a quanto definito al punto 9) dello schema di Atto Unilaterale d’obbligo per quanto di competenza della Sezione Formazione, in riferimento alla definizione dei corsi a catalogo che possano essere considerati “complementari” – fino ad un massimo di 3 – ai fini della replicabilità della Misura che prevede la formazione;

– approvare le specifiche metodologiche sulla complementarietà tra i corsi[3] che verranno rese operative attraverso la funzione automatica attivata sul sistema informativo del programma garanzia giovani;

– a seguito di una prima fase di attuazione dei corsi, anche in ragione dell’alimentazione del nuovo Catalogo regionale dell’offerta formativa[4], potranno essere apportate modifiche o integrazioni alle indicazioni riportate nell’allegato A di questo atto.

Scarica qui il testo completo della Determinazione!

Per maggiori informazioni, visita il sito Sistema Puglia

[1] DGR n. 2075 DEL 18/11/2019 e s.m.i

[2] come da Allegato A -Misura 2-A Formazione mirata all’inserimento lavorativo, Definizione dei corsi “complementari”

[3] come da Allegato A -Misura 2-A Formazione mirata all’inserimento lavorativo, Definizione dei corsi “complementari” – parte integrante del presente atto

[4] approvato con A.D. 5 settembre 2022, n. 1299,

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Repertorio regionale delle Figure Professionali: approvato l’inserimento di tre nuove figure

Con la Determinazione del Dirigente sezione formazione dello scorso 3 ottobre 2022 è stato approvato l’inserimento di tre nuove figure nel Repertorio regionale:

– TECNICO DELLO SVILUPPO DI PROGETTI FINANZIATI DA FONDI COMUNITARI” Codice 488

– “TECNICO DELLE ATTIVITÀ DI MEDIAZIONE PENALE E PENALE MINORILE” codice 489

– “RESPONSABILE PER LE ATTIVITÀ DI MEDIAZIONE FAMILIARE” codice 490.

Il Repertorio è la raccolta delle Figure Professionali della Regione Puglia, organizzate in base ai Settori del sistema economico-produttivo, agli ambiti di attività, al livello di complessità, secondo un impianto metodologico coerente con il quadro nazionale degli standard minimi.

Obiettivo è quello di rappresentare il riferimento comune per la realizzazione di efficaci interventi e servizi per il lifelong learning – dall’analisi dei fabbisogni alla valutazione ex ante dei progetti formativi, dalla progettazione formativa alla valutazione delle competenze, all’identificazione, validazione e certificazione delle competenze comunque acquisite nonché all’orientamento formativo e professionale dei cittadini.

In quanto rappresentativo della realtà di un territorio il Repertorio richiede una progressiva e continua definizione e revisione delle figure, in rapporto alle richieste del mercato del lavoro e alle specificità regionali, ai cambiamenti ed alle innovazioni delle realtà lavorative.  Pertanto, è stata definita la Procedura di adattamento e aggiornamento del Repertorio Regionale delle Figure Professionali della Regione Puglia (RRFP) in base alla quale sono pervenute e poi trasmesse le richieste di inserimento delle tre figure suddette ora approvate.

Il testo della Determina è scaricabile qui

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Direttore tecnico di agenzia di viaggio: accordo recepito e adozione delle linee guida regionali per i percorsi formativi

La Giunta Regionale ha recepito[1] il nuovo “Accordo sancito in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome[2] del 16 marzo 2022″ riguardante la figura del Direttore tecnico di agenzia di viaggio nonché l’adozione delle “Linee guida regionali per l’erogazione dei percorsi formativi per DIRETTORE TECNICO DI AGENZIA VIAGGI[3].

Ora, quindi, gli organismi formativi, già attuatori di corsi riconosciuti ai sensi delle Linee guida adottate con la precedente DGR[4], dovranno riproporre i loro progetti adeguandoli ai nuovi standard formativi inseriti nelle “Linee guida regionali” suddette.

Per il riconoscimento dei corsi, invece, si applicano le procedure vigenti per la formazione autofinanziata.

Clicca qui per scaricare il Bollettino Ufficiale della Regione Puglia con la Delibera ufficiale: DEL_811_2022


[1] Delibera del 6 giugno 2022, n. 811, pubblicata nel BURP n. 79 del 14-7-2022

[2] Rep. atti n. 22/48/CR10/C16-C17

[3] in attuazione del D.M. 1432/2021 e all’Accordo citato, in sostituzione delle precedenti adottate con D.G.R. 7 ottobre 2019, n. 1785

[4] 7 ottobre 2019, n. 1785

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Il progetto METE Business School: intervista a Rossana Montemurno

Nell’ambito delle attività del Progetto Puglia Competenze, finanziato dalla Regione Puglia e finalizzato ad animare e promuovere il dialogo sulle competenze tra enti di formazione, aziende e attori del territorio, abbiamo intervistato la Dott.ssa Rossana Montemurno, Direttrice della SPEGEA – Business School, in merito al progetto formativo METE Business School.

Il Polo di alta formazione METE è stato presentato a fine maggio 2022 e nasce da una partnership tra importanti attori del territorio come il Politecnico di Bari, Confindustria Puglia e Ance Bari-Bat, Exprivia, Banca Popolare di Bari e Spegea.

Oltre a una breve panoramica sui fabbisogni del territorio pugliese in termini di competenze e figure professionali su cui investire, nella conversazione con la Dott.ssa Montemurno abbiamo ripercorso le fasi che hanno portato all’idea, all’avvio di METE e alla definizione delle prospettive future.

Come è nata l’idea di METE? Quali sono stati i fabbisogni del territorio da cui è partita la riflessione che ha portato allo sviluppo del progetto?

Il progetto Mete nasce da una constatazione: Il Sud del nostro Paese non aveva ancora una Business School di grande rilevanza, che potesse competere con le più importanti Business School del centro-nord, cioè una scuola di alta formazione che combinasse una componente accademica e una componente imprenditoriale. Questa riflessione ha portato due eccellenze del nostro territorio, Spegea ed il Politecnico di Bari, ad unire le forze per colmare il gap.  Dall’unione delle competenze e delle potenzialità di Spegea e Politecnico nasce il primo nucleo del progetto METE.

Occorre sottolineare come il consorzio che ha lavorato all’avvio di METE sia molto ampio e strutturato, riunendo i principali attori e stakeholder del territorio pugliese. Ai già citati Politecnico di Bari e Spegea si aggiungono Confindustria Puglia, Ance Bari-Bat, Exprivia e Banca Popolare di Bari. Questi ultimi sono stati storici soci del consorzio Universus, la scuola di formazione del Politecnico di Bari.

Il risultato è una convergenza tra know-how accademico e esperienza imprenditoriale: il progetto METE nasce quindi con l’idea di costituire un polo formativo completo, che possa individuare i fabbisogni di competenze e professionalità del mondo imprenditoriale territoriale, provvedendo ad erogare una formazione avanzata, dinamica, completa. Mete Business School forma figure professionali pronte a collocarsi nel mondo del lavoro, proprio perché disegnate e definite attraverso il dialogo e la concertazione con il mondo delle imprese. Il modello di riferimento da cui si è partiti è stato quello delle grandi Business School, nate dalla capacità di avvicinare e unire il mondo accademico a quello aziendale, proponendo una formazione tailor made, capace di far da volano all’occupazione sul territorio e di far crescere allo stesso tempo il tessuto imprenditoriale.

È stato difficile mettere insieme realtà così diverse e importanti sul territorio?

METE è frutto di un lavoro di dialogo e condivisione di alcuni anni, non è stato un processo immediato: nessuno dei soggetti coinvolti voleva affrettare i tempi. L’obiettivo è stato quello creare qualcosa che fosse realmente condiviso, che fosse il frutto di un ragionamento, di una valutazione effettiva dei bisogni e che avrebbe potuto avere un’utilità concreta per il territorio, nel lungo termine

Da un’idea ponderata è stata avviata un’interlocuzione tra i vari soggetti e un ragionamento condiviso, a cui è seguito un piano di sviluppo e un business plan. Si è pensato alle milestones in termini di necessità, di competenze, di risorse tecniche ed economiche. Una progettazione di questo tipo richiede un’analisi approfondita e una mappatura puntuale delle carenze di determinati profili professionali sul territorio. Una volta definiti tutti gli elementi necessari per la struttura organizzativa, è iniziata la definizione della progettazione formativa: l’output è un portafoglio di prodotti davvero completo, che conta alla data ben tredici proposte master.

Le istituzioni hanno dato il loro sostegno durante la presentazione e il lancio del progetto. A livello politico e istituzionale, c’è stato del supporto al progetto anche nelle fasi di progettazione?

C’è stata una condivisione del progetto sia con il presidente della Regione che con il sindaco della città di Bari. L’interlocuzione è stata molto positiva e proficua e soprattutto ha confermato l’attenzione da parte delle istituzioni alla creazione di soggetti formativi qualificati. Questo tipo di dialogo richiede ad ogni modo costanza, in modo che l’interlocuzione resti coerente e attiva nella condivisione degli obiettivi, degli intenti e delle missioni del progetto formativo, tutti elementi fondamentali per la buona riuscita del progetto nel tempo.

La Regione è stakeholder fondamentale, in quanto definisce le politiche rivolte al lavoro e alla formazione. Il progetto METE ha aperto un canale di scambio utile, che permette al consorzio di porsi come antenna della regione per intercettare i bisogni delle imprese. Una cooperazione pubblico-privato di questo tipo potrebbe contribuire ad attivare un circolo virtuoso di confronto, volto al miglioramento dei contenuti offerti, con una maggiore partecipazione delle imprese alle attività promosse e organizzate dalla Regione. Un esempio potrebbe essere il programma GOL (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) che nasce attraverso l’unione fra le politiche formative e le esigenze delle imprese: il dialogo tra istituzioni e aziende in questo frangente è fondamentale per captare l’eventuale mismatch tra le domande delle aziende in termini di figure e competenze e l’offerta esistente.

Quali sono le figure professionali che vengono formate dai percorsi proposti da METE?

Digitalizzazione e digitale sono i temi chiave sia nelle politiche nazionali che per quanto riguarda gli incentivi per le imprese. Questo significa declinare il digitale sui processi delle varie aree aziendali, quindi ripensare i processi di produzione e di organizzazione interni alle aziende con un approccio digitale. Un esempio è l’E-commerce, che impone alle aziende di ripensare le operazioni di vendita e il rapporto con i consumatori e la clientela.

I percorsi formativi proposti da METE partono da questi presupposti: tutti i corsi sono stati ripensati e rivisti in chiave digitale per aggiornare l’offerta formativa e sviluppare le competenze necessarie per figure professionali particolarmente strategiche

Sono stati analizzati i settori più tradizionali dell’economia pugliese, definendo scenari e prospettive digitali per aggiornare le attività, di modo da rispondere alle sfide dei mercati globali.

Tra i corsi offerti è presente, ad esempio, il Master in Digital Transformation, orientato alla formazione di figure professionali che vadano ad analizzare i processi aziendali per innovarli e in un’ottica full digital.

Questo tipo di cambiamento è importante, in particolar modo per le imprese più piccole, considerato che, soprattutto nel primo anno di pandemia, si è evidenziato come la transizione e l’adattamento al digitale fossero necessari per la sopravvivenza stessa delle aziende.

Tutti hanno subito il colpo della transizione improvvisa verso il digitale, è successo al mondo della formazione così come nell’azienda. Il COVID ha lavorato come acceleratore per la transizione digitale. I corsi di formazione sono stati rapidamente ripensati e riadattati alle nuove piattaforme, anche se, alcuni elementi come l’interazione in gruppo e l’apprendimento relazionale, non sono totalmente trasponibili nella formazione da remoto.

SPEGEA si è riorganizzata immediatamente. Ha ridefinito, in 3 settimane, le proprie attività, riprogettato gli interventi, riorganizzato la formazione e le modalità di fruizione: la sfida è stata questa.

Il COVID e l’emergenza pandemica hanno fatto emergere l’importanza di essere preparati a gestire il change management in situazioni di emergenza. Si è reso necessario essere pronti a gestire la propria azienda e la forza lavoro in presenza e da remoto, rendendo il proprio modello di business versatile.

Qual è la richiesta nell’ambito della formazione continua? È ancora efficace l’offerta a catalogo oppure si sta passando verso una formazione personalizzata tagliata sull’analisi specifica dei fabbisogni della singola azienda?

Le aziende stanno scegliendo sempre di più delle formazioni mirate, personalizzate, determinate da  un’analisi dei fabbisogni specifica per i rispettivi contesti. Si privilegiano percorsi formativi tarati sui bisogni reali. Gli incentivi proposti a livello nazionale e regionale vanno sempre più nella direzione di formazioni specifiche tagliate sulle singole realtà.

Allo stesso tempo, le aziende sono sempre più coinvolte nella progettazione dei percorsi formativi, in quanto latrici delle reali esigenze del territorio. L’offerta formativa è in continua evoluzione anche grazie ai feedback degli alunni, che sono fondamentali per individuare delle mancanze nelle competenze dei nuovi profili.

Quale messaggio conclusivo vorrebbe rivolgere alla Regione ed, in particolar modo, alla Direzione che si occupa di Formazione?

Le imprese e gli attori della formazione professionali sono pronti e disponibili al dialogo come strumento per arricchire le politiche regionali sulla base dei bisogni del territorio, utilizzando le competenze, i network e le reti presenti sul territorio.

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Repertorio Regionale: inserite due nuove figure professionali

Con Determinazione Dirigenziale della Sezione Formazione n. 762 del 18 maggio 2022 è stato approvato l’inserimento nel Repertorio Regionale delle Figure Professionali della Regione Puglia (RRFP) delle nuove Figure “Operatore per la cura, custodia e nutrimento degli animali da compagnia” CODICE FIG. 485 e “Tecnico per la progettazione, gestione e realizzazione di un intervento musicoterapico” COD FIG. 486.
Il provvedimento è pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 59 del 26 maggio 2022.

Scarica qui la Determinazione del Dirigente Sezione Formazione n. 762 del 18 maggio 2022 

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ECOS4IN – un progetto pilota internazionale sull’Ecosistema Internazionale per l’Industria 4.0

In questi giorni si conclude il progetto pilota ECOS4IN – Ecosistema Internazionale per l’Industria 4.0, implementato in via sperimentale nella Regione Lombardia e con grandi potenziali di replicabilità su altri territori con vocazione internazionale come la Regione Puglia.

L’Industria 4.0 e la rivoluzione digitale avranno e stanno già avendo un profondo impatto sulla nostra
società. Il continuo sviluppo di nuove tecnologie ha cambiato e potenziato diversi processi legati a
come consumiamo, come produciamo e, più in generale, come viviamo. Ecco perché essere attrezzati
per affrontare tali cambiamenti è diventato oggi più rilevante che mai.
Ecco la ragione del progetto internazionale ECOS4IN (Ecosistema Internazionale per l’Industria 4.0)
che attraverso la cooperazione transnazionale di soggetti coinvolti in strategie di specializzazione
intelligente e di processi di implementazione dell’Industria 4.0, ha scelto di rafforzare le capacità di
innovazione delle regioni in modo da rendere il tessuto imprenditoriale locale pronto alle sfide del
domani.
Al fine di raggiungere gli obiettivi del progetto, accanto alle analisi, ciascun partner ha ideato e
realizzato un progetto pilota. Nello specifico Fondazione Brodolini, ha progettato l’implementazione
di Human Capital Hub ECOS4IN, una piattaforma fisica e digitale, focalizzata sul settore food&
hospitality, che ha coinvolto un campione di PMI, appartenenti all’area di riferimento, e
studenti/under30.
Fondazione ha realizzato la propria sperimentazione attraverso l’ideazione di un Infohub con lo scopo
di promuovere/diffondere le competenze I4.0 in alcuni settori chiave dell’economia regionale.
Il programma ha visto il coinvolgimento di diversi attori pubblici e privati operanti nei settori
food&hospitality e in grado di connettere PMI, studenti e comunità in attività di fabbricazione e
innovazione digitale.
Un’attività chiave è stata quella di progettare e implementare un programma di capacity building per
rafforzare le competenze necessarie ad affrontare la rivoluzione digitale e si rivolgendosi
specificamente a PMI e studenti.
Il programma è stato progettato insieme a esperti nei settori dell’innovazione e della digitalizzazione
e consisteva in bandi educativi intorno all’industria 4.0 e alla digitalizzazione, consegnati prima alle
PMI e poi anche agli studenti, seguiti da valutazioni digitali e soft skills.
Sono state realizzate attività di divulgazione destinate a un pubblico più ampio quali studenti che, una
volta candidati e selezionati attraverso una call, sono stati collegati con ciascuna delle PMI per la
messa in atto di attività di co-design con l’obiettivo di progettare e sviluppare soluzioni che potessero
risolvere i bisogni precedentemente individuati dalle valutazioni per le PMI.
Al fine di interagire con la comunità, sono state implementate alcune key activities sia in presenza, le
quali sono state ospitate dal Milano Luiss Hub, sia su piattaforme digitali. Infatti,
sono stati progettati e implementati 7 webinar rivolti specificamente alla comunità e affrontando
diversi argomenti, come il turismo e l’industria 4.0, il design thinking e l’impatto della
digitalizzazione.
Tra le varie attività previste dall’InfoHub, ampio spazio è stato dedicato al tema Industria 4.0&
Disabilità, coinvolgendo un’organizzazione senza scopo di lucro chiamata Hackability, aprendo un
ciclo di attività di co-design con le PMI con l’obiettivo di sviluppare e implementare soluzioni in
grado di supportare il settore food&hospitality nell’accoglienza delle persone con disabilità visiva.
Attraverso il tavolo di co-progettazione e con la testimonianza diretta di persone ipovedenti, si è
andati alla ricerca delle soluzioni adattabili per facilitare l’utilizzo di spazi chiusi, quali musei e
camere di albergo, tenendo in considerazione le esigenze aziendali insieme a quelle personali.
Il progetto è riuscito non solo a raggiungere i suoi obiettivi, coinvolgendo complessivamente quasi
300 persone tra PMI, studenti e cittadini, nelle attività del programma, ma ha anche generato diversi
processi di co-design e open Innovation, ha creato e rafforzato una rete di esperti, aziende e curiosi
attorno al tema dell’Industria 4.0 e ha fatto scoprire ai partecipanti nuove opportunità legate alla
digitalizzazione per le loro imprese che potrebbero farle crescere in modo dirompente. Il risultato
finale del progetto consisterà in un Piano d’Azione che sarà incorporato nella strategia regionale di
innovazione e digitalizzazione per regione Lombardia. Supporterà sempre più PMI nell’adozione e
nell’implementazione di soluzioni innovative per gestire al meglio le loro attività e avrà un impatto
ancora maggiore su tutte le realtà locali in cui operano.

Per maggiori informazioni, è possibile visitare il sito del progetto: https://www.interreg-central.eu/Content.Node/ECOS4IN.html

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Firmato l’accordo di collaborazione tra Federazione Italiana Cuochi, Unione regionale Cuochi di Puglia e Apulia Chef Academy

Si è svolto ieri, mercoledì 19 gennaio, a Bari, l’incontro per la firma dell’Accordo di Collaborazione/Partenariato tra le prestigiose federazioni nel campo della gastronomia e dell’Alta formazione –  Federazione Italiana Cuochi e l’Unione Regionale Cuochi di Puglia – e la Apulia Chef Academy (ACA), un progetto ideato e sviluppato dall’Ente di Formazione ENAC Puglia per valorizzare la formazione professionale gratuita per giovani dai 17 ai 29 anni, finanziata dal Programma Regionale PO PUGLIA FESR-FSE 2014/2020, nei settori Agroalimentare e Gastronomico. 

Alla firma hanno presenziato l’Assessore alla Formazione e al Lavoro Sebastiano Leo e la consigliera regionale delegata al Turismo Grazia Di Bari.

Come sottolineato dalla consigliera Di Bari prima della firma, “[…] L’Apulia Chef Academy è un progetto promosso dall’ATS ‘Lavoriamo Insieme’ nell’ambito del programma Garanzia Giovani e ad oggi ha formato centinaia di ragazzi nel settore della ristorazione, dando loro gli strumenti per valorizzare il patrimonio enogastronomico pugliese. L’accordo di collaborazione ha la partnership dell’Assessorato alla Formazione della Regione Puglia e il patrocinio di Puglia Promozione. La promozione dei nostri prodotti è importante anche per creare nuove opportunità per il turismo, ad esempio attraverso l’ideazione di percorsi enogastronomici. […]“.

Si conferma, da parte dell’Assessore Leo e delle strutture di competenza, la grande attenzione e il continuo impegno per lo sviluppo e la creazione di nuove opportunità per la crescita di professionalità in grado di essere sempre più competitive nel mondo del lavoro e motore dello sviluppo del territorio.  Si sottolinea anche l’importanza delle sinergie e del lavoro congiunto con gli attori istituzionali e del territorio.

Nella foto: il Direttore ENAC Puglia Dario Palma, l'Assessore alla Formazione e Lavoro Sebastiano Leo, la Consigliera regionale delegata al turismo Grazia Di Bari e Salvatore Turturo della Federazione Italiana Cuochi