Ai saluti di apertura da parte di Giuseppe Elia, Direttore del Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Comitato Scientifico del CAP e di Roberto Trainito, Coordinatore progetto Puglia Competenze (PwC) e socio di Officina delle Competenze, è seguito un collegamento con Martin Noak,esperto della Fondazione Bertelsmann Stiftung che ha esemplificato le potenzialità della validazione e certificazione delle competenze nei servizi per il lavoro, presentando “My skills”, una piattaforma innovativa per il self assessment basato sui processi e le attività di lavoro, in grado di coinvolgere attivamente i beneficiari dell’IVC.
Nella successiva tavola rotonda, coordinata da Assunta D’Amore, l’incontro si è snodato lungo la narrazione di alcune pratiche di IVC realizzate sul territorio italiano in attuazione dei progetti FAMI, con la descrizione delle problematiche affrontate, delle soluzioni testate e delle criticità ancora irrisolte, arrivando a focalizzare alcuni punti di attenzione nell’erogazione dei servizi IVC verso rifugiati e migranti.
Complessivamente quattro le esperienze presentate, anche geograficamente rappresentative di quanto si sta realizzando nel territorio italiano, a partire dal Nord, con il Progetto discorsi e altre esperienze piemontesi, introdotto da Ettore Libener, a cui ha fatto seguito l’intervento di Erika Coianiz su Strumenti e metodologie dell’esperienza di IVC per migranti in Friuli Venezia Giulia; e poi via via scendendo, con i Primi riscontri IVC migranti FAMI Toscana, riportati da Maurizio Serafin, per finire con i Primi riscontri IVC tecnico della mediazione interculturale in Puglia, esposti da Fausta Scardigno e Rossana Ercolano.
Le testimonianze, pur valorizzando l’unicità degli interventi, spesso collegati alle modalità messe in campo nei vari territori regionali nell’erogazione dei servizi di IVC, hanno evidenziato la condivisione di alcuni aspetti nodali, quali l’adozione di modalità previste dai sistemi regionali adattati specificamente al target rifugiati e migranti, la preferenza per strumenti per la rilevazione delle competenze agiti in situazioni pratiche e, non ultima, la rilevanza di operatori opportunamente aggiornati al fine della presa in carico di persone provenienti da contesti socio-culturali diversi.
La tavola rotonda si è conclusa con un intervento di Elisabetta Perulli, che ha richiamato alcune criticità più frequentemente riscontrate, sia in Italia sia in altri Paesi UE, dalle pratiche e dai progetti già avviati o realizzati, individuando possibili modalità opportune a gestirle.
Di seguito i materiali del Workshop.
Esperienza Friuli Venezia Giulia
Erika COIANIZ
Rossana Ercolano
Regione Puglia
Le esperienze piemontesi,
Ettore Libener
Dr. Martin Noack,
Bertelsmann Stiftung
L’esperienza Toscana,
Maurizio Serafin
Contributo
Elisabetta Perulli