Nell’ambito del progetto PugliaCompetenze, abbiamo intervistato Elvira Zaccagnino, direttrice di “edizioni la meridiana“, come attività di analisi delle competenze per innovare il settore della cultura accessibile.

Quali sono le competenze che emergono in questo settore e che possono essere sviluppate trasversalmente alle attività che voi fate?
edizioni la meridiana è una casa editrice con 36 anni di storia.
Da sempre, la nostra ricerca editoriale è stata molto focalizzata e orientata ai temi sociali e alle politiche culturali-educative che accompagnano soprattutto gli adulti a prendersi cura dei minori. Il punto di partenza è l’idea che è nella relazione che si costruisce l’identità delle persone e il cambiamento personale orientato al prossimo.
La cultura per noi è una forte leva per determinare il cambiamento sociale, e questa affermazione risiede proprio nelle nostre radici e influenza tutti noi da quando siamo qui con la casa editrice “edizioni la meridiana”.
In ottica di inclusività, siamo stati il primo editore che all’interno della collana dedicata alla spiritualità ha affrontato le tematiche dell’inclusione degli omosessuali nella chiesa cattolica. Questo fa capire come non abbiamo mai avuto il timore di occuparci di argomenti sensibili e divisivi, cercando anche di intercettare il cambiamento della comunità nel momento in cui ognuno di noi diventa protagonista.
Alcuni anni fa, ci è stata presentata la proposta di traduzione di un nostro libro in CAA – linguaggio della comunicazione aumentativa alternativa da parte di un gruppo e da lì si è iniziata la presa di consapevolezza riguardo la conoscenza dei libri accessibili.
La mia conoscenza sul tema fino ad allora era molto ridotta, ne conoscevo solamente alcuni, come i libri in “braille” e quelli con caratteri speciali.
Ci racconta brevemente di cosa si tratta?
I libri in CAA hanno un codice comunicativo fatto di segni e simboli: pensati per le persone che non in grado di associare il suono alla parola scritta, ma bensì alle immagini.
Per esempio, se noi scrivessimo “sole” in lingue straniere con un alfabeto completamente differente dal nostro, non capiremmo cosa c’è scritto: invece, se andassimo a disegnare semplicemente un sole con dei raggi, questo messaggio sarà comprensibile a tutte le persone, diventando un linguaggio universale.
La comunicazione aumentativa alternativa è nata come approccio metodologico negli anni novanta ed è passata nel filone editoriale grazie all’iniziativa e al lavoro infaticabile di alcuni bibliotecari, insieme a delle famiglie che avevano necessità di utilizzare questo tipo di codice linguistico, molto diffuso nella logopedia e in ambito medico-terapeutico.
Queste persone hanno quindi cominciato a tradurre in simboli alcuni libri che avevano in biblioteca, dando così la possibilità a tutti e tutte di cimentarsi nella lettura.
L’approdo in editoria è avvenuto nel primo decennio degli anni duemila, con una forte attenzione al mondo dei bambini: infatti la gran parte degli editori pubblicano soprattutto libri in CAA per i lettori più piccoli.
Noi abbiamo cominciato a pubblicare libri accessibili in CAA nella collana che si chiama “PariMenti”, e abbiamo fatto la scelta di andare a focalizzarci sul target dei lettori giovani-adulti, perché quando per esempio le persone con disabilità crescono, cresce proporzionalmente anche il loro bisogno di leggere libri più impegnativi. Così abbiamo dato vita a questa collana dove sono stati pubblicati alcuni classici della letteratura mondiale in CAA. Il primo libro pubblicato è stato il “Diario di Anna Frank”, e poi successivamente “Dracula” e “Giacomo Di Cristallo e Altre Storie” di Gianni Rodari, tra gli altri. A breve uscirà una favola che Gramsci scrisse al figlio mentre era in carcere intitolata “L’albero del Riccio” e per quest’anno puntiamo a pubblicare anche “Piccole Donne”.
Ovviamente la pubblicazione di questi libri richiede un approccio scientifico per tutto il lavoro di trasposizione sul testo: quando abbiamo cominciato a pubblicare questi libri, alcune categorie del settore erano estremamente diffidenti sul tema, perché secondo la loro esperienza i libri in CAA erano una categoria senza richiesta, nonostante le persone disabili siano presenti e abbiano lo stesso diritto di tutti gli altri di leggere.
L’esperienza de La edizioni la meridiana invece testimonia il contrario: la richiesta per questi tipo di libri esiste, perché sono molto ricercati sul nostro sito dalle famiglie e dalle biblioteche; purtroppo, in Italia, l’approccio culturale al mondo della lettura pensa a garantire questo diritto ad alcuni gruppi e non a tutti.
Per promuovere un cambiamento in questo approccio, nel nostro territorio pugliese, oltre a pubblicare libri accessibili, abbiamo sentito il bisogno di formare e informare le persone su queste tematiche. Così ci siamo inventati un progetto chiamato “Lettori alla Pari”, che ad oggi è alla seconda annualità: Il progetto ha il fine di promuovere, stimolare e far conoscere quelle realtà dell’editoria attente e orientate alla pubblicazione di libri accessibili, e di rafforzare una rete di competenze specifiche sulla lettura accessibile connettendo biblioteche pubbliche, private, scolastiche, associazioni, librerie.
Per le numerose richieste e interazioni che abbiamo, penso che sarà un progetto solido all’interno della casa editrice, volto ad affrontare il tema dell’inclusione, accessibilità e cultura a partire dai libri.
Il progetto è stato realizzato con dei finanziamenti pubblici o con un investimento?
La prima edizione di Lettori alla Pari (2021-2022) è stata organizzata grazie a un bando di finanziamento della Regione Puglia: siamo partiti con una Fiera chiamata “Lettori alla Pari” proprio come il progetto, che si è svolta a Terlizzi dal 17 al 19 settembre 2021, dove hanno partecipato in presenza vari editori, mentre gli operatori del settore che non hanno potuto partecipare hanno inviato solo libri accessibili. L’evento, basato sui temi dell’inclusività e accessibilità, ha avuto carattere trasversale, contando la presenza di tantissime persone, non solo persone con disabilità, ma anche genitori, educatori, insegnanti, operatori culturali e altre persone che vivono e operano con persone con deficit cognitivi, sensoriali, linguistici o fisici.
Attraverso il progetto, abbiamo attivato collegamenti e sinergie con altri attori, tra cui fondazioni e associazioni a livello locale e nazionale che si occupano di inclusione.
A partire dalla Fiera, abbiamo potuto sperimentare anche come tali eventi possono essere resi accessibili con il supporto di tecnologie o con l’organizzazione di attività interattive mirate: ad esempio, sono state utilizzate una serie di app per permettere a chi non vede e non sente di seguire un evento, abbiamo coinvolto una compagnia teatrale (LiFRA) che ha prodotto lo spettacolo “Pinocchio” riscrivendo la sceneggiatura con l’utilizzo della LIS (lingua dei segni italiana), battute brevi e sottotitoli a scorrimento, rendendola così totalmente accessibile a non udenti e non vedenti.
Tra i libri accessibili rientrano anche i “silent book”, che sono libri di sole immagini e illustrazioni, e anch’essi si sono rivelati molto utili nell’avvicinamento alla lettura.
Il tema della lettura ad oggi, è un tema molto sentito anche dal punto di vista delle povertà educative.
Durante la prima annualità, il progetto Lettori alla pari ha portato avanti attività di formazione specifica rivolta a bibliotecari, insegnanti, educatori, logopedisti e genitori.
Date le numerose richieste legate a questi temi, stiamo dando continuità al progetto. Tra le iniziative che abbiamo immaginato e che stiamo realizzando, troviamo la “Biblioteca Itinerante”, per la quale abbiamo fatto costruire degli scaffali accessibili su misura e facilmente trasportabili a cui si aggiunge un investimento sulle letture da proporre, che porta la biblioteca ad avere attualmente una dotazione di 130 libri accessibili.
Noi mettiamo a disposizione il nostro equipaggiamento e confezioniamo delle proposte insieme ai Comuni o a Fondazioni sul territorio per svolgere delle attività della durata di una settimana: visite guidate alla lettura con l’ausilio di personale specializzato, presentazione dei libri insieme ad autori e illustratori, etc.
Le attività organizzate e i profili coinvolti sono vari: tra i formatori e le formatrici ci sono anche persone con disabilità facenti parte della rete del “Filo d’Oro”, e tramite le loro competenze riusciamo a creare delle forti connessioni e sinergie con altri attori del territorio.
Per questa edizione 2022-2023, abbiamo fatto già tre tappe e la quarta si terrà a Cavallino.
Per poter organizzare tutte queste attività, avete ricevuto del supporto da parte delle istituzioni pubbliche?
Per quanto riguarda la Biblioteca Itinerante, i costi del periodo di permanenza sono coperti dai Comuni, dagli Enti o dalle Fondazioni in cui la Biblioteca fa tappa, rendendo l’iniziativa gratuita per chi partecipa in quella settimana.
Per lo sviluppo e la divulgazione di queste attività, di quali figure professionali vi avvalete e che tipo di competenze avete sviluppato nel tempo?
A giugno abbiamo in programma di fare la seconda edizione della Fiera, con l’intento di sviluppare nuove attività, dove si metteranno a tema vari argomenti e sperimentazioni, con il coinvolgimento di designer, professionisti e esperti in tema di accessibilità. Ad esempio, una cosa che abbiamo fatto durante la prima edizione, è stato un laboratorio partecipato, totalmente accessibile perché non erano presenti barriere architettoniche chiamato “accessibile MAT” (ndr. dal nome del MAT – Laboratorio Urbano di Terlizzi, che ha ospitato la fiera). Proprio lì, abbiamo immaginato e costruito con i designer dei totem mobili in legno dotati di varie funzioni per agevolare i partecipanti e le partecipanti con disabilità visive e uditive.
Nel momento in cui il progetto è stato approvato e finanziato, si era già creata una rete di persone qualificate e associazioni, come ad esempio con l’Associazione CDH di Bologna, una realtà di cinquantenni disabili e non, che in Italia ha sempre lavorato sull’inclusione in maniera che le persone con disabilità siano dei soggetti attivi a seconda delle loro possibilità.
Quindi il progetto è stato fondato su basi solide che unisce idee condivise e collegamenti consolidate della casa editrice con associazioni e enti, mettendo in rete le risorse e competenze allineate a queste attività con uno sguardo progettuale orientato al lungo periodo. La persona che più mi sostiene dal punto di vista progettuale è Martina Gerosa, ipoacusica dalla nascita e Accessibility Manager con una formazione da architetto e con una grandissima competenza in merito a queste tematiche. Grazie a lei, sono entrata in contatto con molte figure professionali che si occupano di accessibilità e inclusività con uno sguardo molto ampio sulla parte architettonica.
Dal punto di vista della strutturazione e ampliamento, un supporto importante è stato fornito dalle figure di alta specializzazione che collaborano all’interno dell’associazione “Lega del Filo d’Oro”: tra tutte le persone, mi viene in mente la professionalità di Stefan von Prondzinski, pedagogista e consulente per tutte le loro strutture a livello europeo dal punto di vista dell’accessibilità degli spazi in base alle varie diversità.
Rispetto all’ideazione delle attività offerte nel progetto, abbiamo avuto come guida il testo del bando di finanziamento che richiedeva la creazione di un video immersivo tra le attività e i materiali da produrre.
Il video immersivo doveva andare a documentare la Fiera e doveva essere realizzato in modo da essere fruibile da tutte le categorie. Essendo i primi a farlo, in quei giorni abbiamo dovuto prediligere un lavoro di studio, raccogliendo indicazioni direttamente dalle persone disabili presenti lì e pensato infine ad una sceneggiatura. Solo così il prodotto finale è diventato accessibile a tutti.
A marzo, abbiamo fatto una serie di appuntamenti post Fiera, in uno dei quali ho invitato anche un’associazione di persone non vedenti a partecipare: in questa occasione era prevista la trasmissione del video, che è stato proposto con l’ausilio di visori particolari che trasmettevano una descrizione vocale delle immagini del video. In questo modo, i partecipanti sono entrati nel contesto dandoci dei consigli per il miglioramento della fruizione e dell’esperienza.
Sarebbe necessario e auspicabile avere delle figure professionali in grado di lavorare in maniera più specifica su questa tipologia di informazioni e divulgazione in modo trasversale, anche come promotori di servizi per le aziende?
Il bisogno c’è: per esempio a teatro si permette alle persone in carrozzina di entrare, ma se si volesse far assistere ai non vedenti ad uno spettacolo, servirebbe un metodo ed una narrazione diversa per poterlo rendere accessibile. Questo significa che c’è un bisogno di nuove professionalità che si occupino di questi aspetti legati all’accessibilità e al ripensare luoghi, attività e servizi proposti.
Questo tema così come appare oggi dall’Osservatorio sulla disabilità, mi da proprio l’idea che una volta che si incomincia a pensare in chiave inclusiva, passo passo si riescono a raggiungere degli obiettivi e ad ampliare le figure professionali che si dedicano a certi temi. Credo che, occupandomi di cultura oltre alla produzione di libri, è un ragionamento culturale sulla quale devo spingere, fino al punto tale da far pensare a un ingegnere o un designer che può ideare degli strumenti o altro in chiave accessibile.
In generale le vostre attività come continueranno?
A marzo sarò a Milano al “Convegno delle Stelline”. Successivamente a giugno, ci sarà la Fiera e continueranno le tappe della “Biblioteca Itinerante”; le altre attività riguarderanno la formazione che abbiamo ripreso anche quest’anno, come per esempio i corsi sull’accessibilità culturale, per far comprendere al meglio i vari elementi che girano attorno a questi temi.
