Nell’ambito delle attività del Progetto Puglia Competenze, finanziato dalla Regione Puglia e finalizzato ad animare e promuovere il dialogo sulle competenze tra enti di formazione, aziende e attori del territorio, abbiamo intervistato la Dott.ssa Rossana Montemurno, Direttrice della SPEGEA – Business School, in merito al progetto formativo METE Business School.
Il Polo di alta formazione METE è stato presentato a fine maggio 2022 e nasce da una partnership tra importanti attori del territorio come il Politecnico di Bari, Confindustria Puglia e Ance Bari-Bat, Exprivia, Banca Popolare di Bari e Spegea.
Oltre a una breve panoramica sui fabbisogni del territorio pugliese in termini di competenze e figure professionali su cui investire, nella conversazione con la Dott.ssa Montemurno abbiamo ripercorso le fasi che hanno portato all’idea, all’avvio di METE e alla definizione delle prospettive future.
Come è nata l’idea di METE? Quali sono stati i fabbisogni del territorio da cui è partita la riflessione che ha portato allo sviluppo del progetto?
Il progetto Mete nasce da una constatazione: Il Sud del nostro Paese non aveva ancora una Business School di grande rilevanza, che potesse competere con le più importanti Business School del centro-nord, cioè una scuola di alta formazione che combinasse una componente accademica e una componente imprenditoriale. Questa riflessione ha portato due eccellenze del nostro territorio, Spegea ed il Politecnico di Bari, ad unire le forze per colmare il gap. Dall’unione delle competenze e delle potenzialità di Spegea e Politecnico nasce il primo nucleo del progetto METE.
Occorre sottolineare come il consorzio che ha lavorato all’avvio di METE sia molto ampio e strutturato, riunendo i principali attori e stakeholder del territorio pugliese. Ai già citati Politecnico di Bari e Spegea si aggiungono Confindustria Puglia, Ance Bari-Bat, Exprivia e Banca Popolare di Bari. Questi ultimi sono stati storici soci del consorzio Universus, la scuola di formazione del Politecnico di Bari.
Il risultato è una convergenza tra know-how accademico e esperienza imprenditoriale: il progetto METE nasce quindi con l’idea di costituire un polo formativo completo, che possa individuare i fabbisogni di competenze e professionalità del mondo imprenditoriale territoriale, provvedendo ad erogare una formazione avanzata, dinamica, completa. Mete Business School forma figure professionali pronte a collocarsi nel mondo del lavoro, proprio perché disegnate e definite attraverso il dialogo e la concertazione con il mondo delle imprese. Il modello di riferimento da cui si è partiti è stato quello delle grandi Business School, nate dalla capacità di avvicinare e unire il mondo accademico a quello aziendale, proponendo una formazione tailor made, capace di far da volano all’occupazione sul territorio e di far crescere allo stesso tempo il tessuto imprenditoriale.
È stato difficile mettere insieme realtà così diverse e importanti sul territorio?
METE è frutto di un lavoro di dialogo e condivisione di alcuni anni, non è stato un processo immediato: nessuno dei soggetti coinvolti voleva affrettare i tempi. L’obiettivo è stato quello creare qualcosa che fosse realmente condiviso, che fosse il frutto di un ragionamento, di una valutazione effettiva dei bisogni e che avrebbe potuto avere un’utilità concreta per il territorio, nel lungo termine
Da un’idea ponderata è stata avviata un’interlocuzione tra i vari soggetti e un ragionamento condiviso, a cui è seguito un piano di sviluppo e un business plan. Si è pensato alle milestones in termini di necessità, di competenze, di risorse tecniche ed economiche. Una progettazione di questo tipo richiede un’analisi approfondita e una mappatura puntuale delle carenze di determinati profili professionali sul territorio. Una volta definiti tutti gli elementi necessari per la struttura organizzativa, è iniziata la definizione della progettazione formativa: l’output è un portafoglio di prodotti davvero completo, che conta alla data ben tredici proposte master.
Le istituzioni hanno dato il loro sostegno durante la presentazione e il lancio del progetto. A livello politico e istituzionale, c’è stato del supporto al progetto anche nelle fasi di progettazione?
C’è stata una condivisione del progetto sia con il presidente della Regione che con il sindaco della città di Bari. L’interlocuzione è stata molto positiva e proficua e soprattutto ha confermato l’attenzione da parte delle istituzioni alla creazione di soggetti formativi qualificati. Questo tipo di dialogo richiede ad ogni modo costanza, in modo che l’interlocuzione resti coerente e attiva nella condivisione degli obiettivi, degli intenti e delle missioni del progetto formativo, tutti elementi fondamentali per la buona riuscita del progetto nel tempo.
La Regione è stakeholder fondamentale, in quanto definisce le politiche rivolte al lavoro e alla formazione. Il progetto METE ha aperto un canale di scambio utile, che permette al consorzio di porsi come antenna della regione per intercettare i bisogni delle imprese. Una cooperazione pubblico-privato di questo tipo potrebbe contribuire ad attivare un circolo virtuoso di confronto, volto al miglioramento dei contenuti offerti, con una maggiore partecipazione delle imprese alle attività promosse e organizzate dalla Regione. Un esempio potrebbe essere il programma GOL (Garanzia di occupabilità dei lavoratori) che nasce attraverso l’unione fra le politiche formative e le esigenze delle imprese: il dialogo tra istituzioni e aziende in questo frangente è fondamentale per captare l’eventuale mismatch tra le domande delle aziende in termini di figure e competenze e l’offerta esistente.
Quali sono le figure professionali che vengono formate dai percorsi proposti da METE?
Digitalizzazione e digitale sono i temi chiave sia nelle politiche nazionali che per quanto riguarda gli incentivi per le imprese. Questo significa declinare il digitale sui processi delle varie aree aziendali, quindi ripensare i processi di produzione e di organizzazione interni alle aziende con un approccio digitale. Un esempio è l’E-commerce, che impone alle aziende di ripensare le operazioni di vendita e il rapporto con i consumatori e la clientela.
I percorsi formativi proposti da METE partono da questi presupposti: tutti i corsi sono stati ripensati e rivisti in chiave digitale per aggiornare l’offerta formativa e sviluppare le competenze necessarie per figure professionali particolarmente strategiche
Sono stati analizzati i settori più tradizionali dell’economia pugliese, definendo scenari e prospettive digitali per aggiornare le attività, di modo da rispondere alle sfide dei mercati globali.
Tra i corsi offerti è presente, ad esempio, il Master in Digital Transformation, orientato alla formazione di figure professionali che vadano ad analizzare i processi aziendali per innovarli e in un’ottica full digital.
Questo tipo di cambiamento è importante, in particolar modo per le imprese più piccole, considerato che, soprattutto nel primo anno di pandemia, si è evidenziato come la transizione e l’adattamento al digitale fossero necessari per la sopravvivenza stessa delle aziende.
Tutti hanno subito il colpo della transizione improvvisa verso il digitale, è successo al mondo della formazione così come nell’azienda. Il COVID ha lavorato come acceleratore per la transizione digitale. I corsi di formazione sono stati rapidamente ripensati e riadattati alle nuove piattaforme, anche se, alcuni elementi come l’interazione in gruppo e l’apprendimento relazionale, non sono totalmente trasponibili nella formazione da remoto.
SPEGEA si è riorganizzata immediatamente. Ha ridefinito, in 3 settimane, le proprie attività, riprogettato gli interventi, riorganizzato la formazione e le modalità di fruizione: la sfida è stata questa.
Il COVID e l’emergenza pandemica hanno fatto emergere l’importanza di essere preparati a gestire il change management in situazioni di emergenza. Si è reso necessario essere pronti a gestire la propria azienda e la forza lavoro in presenza e da remoto, rendendo il proprio modello di business versatile.
Qual è la richiesta nell’ambito della formazione continua? È ancora efficace l’offerta a catalogo oppure si sta passando verso una formazione personalizzata tagliata sull’analisi specifica dei fabbisogni della singola azienda?
Le aziende stanno scegliendo sempre di più delle formazioni mirate, personalizzate, determinate da un’analisi dei fabbisogni specifica per i rispettivi contesti. Si privilegiano percorsi formativi tarati sui bisogni reali. Gli incentivi proposti a livello nazionale e regionale vanno sempre più nella direzione di formazioni specifiche tagliate sulle singole realtà.
Allo stesso tempo, le aziende sono sempre più coinvolte nella progettazione dei percorsi formativi, in quanto latrici delle reali esigenze del territorio. L’offerta formativa è in continua evoluzione anche grazie ai feedback degli alunni, che sono fondamentali per individuare delle mancanze nelle competenze dei nuovi profili.
Quale messaggio conclusivo vorrebbe rivolgere alla Regione ed, in particolar modo, alla Direzione che si occupa di Formazione?
Le imprese e gli attori della formazione professionali sono pronti e disponibili al dialogo come strumento per arricchire le politiche regionali sulla base dei bisogni del territorio, utilizzando le competenze, i network e le reti presenti sul territorio.


